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GERUSALEMME

Città della Palestina, capitale del regno di Davide e Salomone e, successivamente, del regno di Giuda. Fondata dall'antica popolazione dei gebusei e ricordata già in testi egizi del XIX secolo a.C., fu conquistata dagli ebrei (XI secolo) che ne fecero, per la sua posizione strategica, la capitale del nuovo stato. A Salomone (X secolo) viene attribuita l'edificazione del Tempio (sul monte di Sion) e del palazzo reale. La presenza del Tempio e il ruolo di capitale dell'antico regno unito attribuirono a Gerusalemme un valore emblematico nei sogni di restaurazione di un forte stato ebraico, specialmente dopo la conquista di Samaria (regno del Nord) a opera del re assiro Sargon II (circa 722 a.C.).

DALLA CATTIVITÁ BABILONESE AI ROMANI. Nel 587 a.C. fu conquistata e distrutta dai babilonesi di Nabucodonosor, che trascinarono in schiavitù numerosissimi ebrei. I persiani, succeduti ai babilonesi nel dominio della regione, permisero il ritorno dei deportati, la ricostruzione della città, delle fortificazioni e del Tempio. La ricostruzione del Tempio (terminata nel 515 a.C.) e il fallimento della restaurazione monarchica fecero sì che Gerusalemme diventasse soprattutto la città del Tempio, retta da una teocrazia sacerdotale. Lo statuto della città non mutò sostanzialmente con la conquista macedone (331 a.C.). Dopo la morte di Alessandro Magno fu dominata per lo più dai Tolomei, fino a quando Antioco IV (198 a.C.) non la conquistò, profanandone il tempio. Risale a questo periodo la costruzione della cittadella (Akra) che dominava la città. La reazione alla politica seleucide di ellenizzazione forzata culminò, con le lotte dei Maccabei, nella riconquista dell'indipendenza, nell'ingresso in Gerusalemme di Giuda Maccabeo (164 a.C.) e nella purificazione del Tempio. La cittadella, rimasta in mano seleucide, restò ancora a lungo oggetto di contese. In epoca maccabaico-asmonea si riedificarono e ampliarono a più riprese le fortificazioni del Tempio e della città. Nuove distruzioni avvennero al tempo della conquista da parte di Pompeo (63 a.C.). Il nuovo sovrano Erode I (37-4 a.C.), alleato dei romani, diede inizio a una intensa attività edilizia, fortificò le mura della città, ricostruì e ampliò il Tempio con la costruzione di terrapieni e incluse all'interno dei suoi recinti il palazzo reale. Nell'1 d.C. la Giudea divenne una provincia romana e, mentre le autorità romane scelsero come residenza Cesarea marittima, il Gran sinedrio mantenne la sua autorità su Gerusalemme, che fu al centro della grande rivolta antiromana del 66; assediata per tre anni da Tito, fu distrutta nel 70 insieme al Tempio e divenne, col nome di Aelia Capitolina, una colonia romana nella quale era vietato l'ingresso agli ebrei.

CITTÁ TRE VOLTE SANTA. Dopo l'editto di Milano (313 d.C.) fu considerata città santa anche dai cristiani e divenne meta di pellegrini che visitavano il tempio del Santo sepolcro fatto costruire da Costantino e venivano a cercare preziose reliquie. Nel 638 fu occupata dal califfo Omar, che vi fece costruire una moschea. Gli arabi che la considerarono terza città santa, dopo la Mecca e Medina, vi riammisero gli ebrei. Rimasta possesso dei califfi omayyadi e abbasidi, nel 969 passò sotto il controllo dell'Egitto fatimide e nel 1009 il califfo al-Hakim distrusse il tempio del Santo sepolcro. Le persecuzioni di questo periodo contro i cristiani (e gli ebrei) rimasero però un episodio isolato e nei successivi decenni i pellegrini che venivano dall'Europa non furono molestati. La situazione cambiò nella seconda metà dell'XI secolo, quando Gerusalemme e la Palestina furono lungamente contese tra i Fatimidi e i turchi selgiuchidi. Il fanatismo religioso dei turchi e le vicende della guerra resero Gerusalemme inaccessibile ai cristiani e questa fu una delle ragioni ufficiali della I crociata. La città, da poco riconquistata dai Fatimidi, fu espugnata il 15 luglio 1099 e, dopo il massacro della popolazione musulmana, divenne la città del Santo sepolcro, capitale del regno dei crociati, durato fino al 1187, quando il sultano egiziano Saladino la riportò nuovamente sotto il controllo islamico. Il momentaneo ritorno alla cristianità (1229-1244) fu solo un episodio della diplomazia di Federico II di Svevia e della sua ricerca di prestigio (sesta crociata). Divenuto centro urbano di modeste dimensioni (forse 10.000 abitanti), Gerusalemme continuò a far parte del sultanato egiziano-siriano dei mamelucchi fino al 1517, quando questo venne conquistato dai turchi ottomani.

CITTÁ CONTESA. Il dominio ottomano durò esattamente quattro secoli: nel 1917 la città fu occupata dagli inglesi, che ne fecero poi la capitale del mandato coloniale in Palestina. Rimasto a lungo un centro urbano di modeste dimensioni, Gerusalemme crebbe negli anni Venti e Trenta, in particolare per l'immigrazione ebraica dall'Europa favorita dagli inglesi fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Nel 1948 l'Onu la divise in due settori, uno assegnato a Israele e l'altro alla Giordania, ma nel 1967, in seguito alla guerra dei Sei giorni, l'intera città fu occupata da Israele, che ne fece la propria capitale (non riconosciuta da nessuna delle grandi potenze, che mantennero a Tel Aviv le loro ambasciate). Nei venticinque anni successivi la popolazione raddoppiò, passando da 275.000 a 530.000 abitanti.

E. Jucci